Occidente by Niall Ferguson

Occidente by Niall Ferguson

autore:Niall Ferguson [Ferguson, Niall]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-05-21T16:00:00+00:00


Lo avrebbe scoperto molto presto.

Il suo comandante, il generale Charles Mangin, era convinto di conoscere abbastanza bene gli africani. Aveva partecipato alla spedizione a Fashoda guidata da Marchand. Nel 1910, quand’era ancora un giovane e ambizioso tenente colonnello, aveva percorso, insieme a un gruppo di scienziati, tutta l’Africa occidentale con l’ordine di incrementare gli arruolamenti. Mangin era bene informato sulle teorie della scienza razziale. Il suo gruppo di ricerca, dopo aver esaminato le reclute con tutta la gamma dei metodi di questa pseudoscienza, giunse alla conclusione che, grazie al loro sistema nervoso apparentemente sottosviluppato, i soldati africani avrebbero avuto meno paura e sofferto meno dolore dei soldati europei. Sarebbero stati perciò eccezionalmente impavidi sotto il fuoco nemico. Nel 1917 Mangin ebbe l’opportunità di mettere alla prova le sue teorie. Sotto il suo comando, Mboup e i suoi commilitoni tirailleurs furono mandati a combattere contro i soldati probabilmente meglio addestrati di tutta la storia occidentale: il nerbo di quella macchina da guerra che era l’esercito imperiale tedesco.

Vergogna nera

Nell’aprile 1917 Demba Mboup e i suoi commilitoni dei Corpi coloniali francesi, inquadrati nella VI Armata del generale Charles Mangin e nella X Armata del generale Denis Duchêne, si trovarono di fronte alle posizioni solidamente fortificate della VII Armata tedesca, al comando del generale Max Hans von Boehn, lungo il Chemin des Dames, così chiamato da quando lo avevano percorso le due figlie di Luigi XV nel XVIII secolo. Nel marzo 1814 le truppe in ritirata di Napoleone avevano combattuto su questa medesima strada contro gli eserciti invasori austriaci e russi. Era il punto chiave delle posizioni difensive tedesche sul fronte occidentale.

Il comandante in capo dei francesi, generale Robert Nivelle, era convinto che sarebbe riuscito ad aprire finalmente una breccia nel fronte occidentale. I francesi costruirono quasi 500 chilometri di nuove linee ferroviarie per rifornire l’offensiva con ottocentosettantadue vagoni carichi di munizioni. Nel complesso, furono radunati oltre un milione di uomini pronti all’assalto, lungo un fronte di 40 chilometri. Per vari giorni l’artiglieria bombardò le postazioni tedesche al fine di fiaccarne la resistenza. Poi, alle sei del mattino del 16 aprile, le truppe coloniali avanzarono sulle colline, ridotte a uno scivoloso pantano dalla pioggia e dal nevischio. Mangin aveva collocato i senegalesi nella prima linea d’attacco. La sua priorità era infatti risparmiare il maggior numero possibile di soldati francesi. Secondo il tenente colonnello Debieuvre, comandante del 58° Reggimento della fanteria coloniale, gli africani si dimostrarono «straordinarie truppe d’attacco, consentendo di risparmiare la vita dei bianchi, che, dietro di loro, potevano sfruttare il loro successo e organizzare le posizioni conquistate».98

Dalle trincee tedesche, il capitano Reinhold Eichacker osservava la scena con orrore:

I negri del Senegal, il bestiame da macello della Francia: centinaia di occhi dallo sguardo fisso, minaccioso, mortale. E poi arrivarono. Prima a uno a uno, a lunghi intervalli. Cercando a tastoni una via, come i tentacoli di un’orribile piovra. Bramosi di afferrare la preda, come gli artigli di un mostro spaventoso. In questo modo si facevano sempre più vicini, balenando e sparendo nella loro nuvola di polvere.



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